sexta-feira, 16 de novembro de 2012

L'importanza del maiale




La carne fresca di suino magro costituisce un'ottima alternativa, dal punto di vista nutritivo ed economico, alla carne bovina. Ovviamente non bisogna confondere i prodotti conservati di salumeria (salsicce, salami, cotechino, zampone) con la carne fresca di suino. Quando il medico sconsiglia la carne di maiale, di solito si riferisce ai prodotti che vende il salumiere. Infatti l'uso smodato e troppo frequente di insaccati e affumicati puó dar luogo, a lungo andare, a qualche inconveniente in soggetti predisposti a malattie nell'apparato digerente.

La carne fresca di maiale magro invece è paragonabile a quella bovina, con una composizione in aminoacidi non diversa da altri tipi di carne; inoltre è particolarmente ricca di vitamina B 1. Anche ai bambini può essere data con tranquillità, purché venga cucinata in modo semplice.

La carne fresca di suino va sempre consumata ben cotta per evitare il rischio (in verità, piuttosto minimo) dell'infestazione da tenia. Questo rischio comunque non è esclusivo della carne di maiale: anche la carne di bue può essere infestata da questo parassita.

Non è vero che la carne fresca di suino non sia adatta al clima del nostro paese, piuttosto mite, e sia indicata nei paesi nordici dove un clima più freddo richiede cibi più calorici. Il contenuto di grasso della carne fresca di suino giovane è paragonabile a quella del bovino. La quantità di grasso e di calorie è evidente solo negli insaccati.

La proibizione in alcune religioni del consumo di carne suina aveva negli anni passati un fondamento igienico: c'era il pericolo, infatti, della trichinosi, un'infestazione per le carni non sufficientemente scelte, non sottoposte a cottura, senza ispezioni sanitarie nei mattatoi da parte dei veterinari. La trichinosi è una malattia rarissima in Italia, prodotta dalla trichina, un verme che può infestare le carne suine e provocare diversi disturbi. Se la carne è ben cotta però non sussiste più alcun pericolo.

Costolette alle erbe

Ingredienti:
4 costolette di maiale di 150 grammi l'una, un rametto di rosmarino, salvia, 2 spicchi d'aglio, basilico, maggiorana, 50 grammi di burro, sale, mezzo bicchiere di vino bianco

Per 4 persone
Tempo di preparazione: un'ora

Preparazione:
Tritate finemente insieme il rosmarino, l'aglio, qualche foglia di salvia, un mazzetto di basilico e uno di maggiorana. Disponete le costolette in una pirofila imburrata, ben allineate una accanto all'altra. Spargete in superficie le erbe tritate e il burro rimasto a fiocchetti, quindi salate. Coprite le costolette a filo d'acqua e cuocetele in forno già caldo a 200º per 30 minuti. Quando l'acqua sarà stata del tutto assorbita ritirate la carne dal forno e proseguite la cottura sul fornello. Bagnate con il vino bianco e fatelo evaporare lentamente. Servite le costolette sul piatto da portata riscaldato, ricoperte con il loro sugo di cottura.

("Mangiar sano" - testo del dottor Renzo Pellati e ricetta di Patrizia Novak - rivista Grazia)

L'importanza delle spezie


Le spezie, forse ancora più delle erbe, hanno avuto nell'alimentazione umana un ruolo determinante per le loro proprietà, non solo aromatiche ma anche terapeutiche e perfino afrodisiache. Stimolano infatti la digestione e sono un efficace rimedio per alcune tra le patologie più comuni e meno gravi (mal di denti e di testa, raucedine, disturbi intestinali, ecc.).

Grazie agli elementi che le compongono, le spezie possiedono inoltre proprietà conservanti in grado di prolungare la durata di alimenti deperibili, come la carne degli insaccati, i pesci in salamoia e così via. Il commercio delle spezie è sempre stato importantissimo sin dai tempi dei Fenici. Le vie delle spezie aperte da Marco Polo, Colombo e Magellano hanno contribuito non poco allo sviluppo dell'economia occidentale.

Divise per gruppi

La classificazione non è così netta come per le erbe aromatiche, in quanto alcune spezie per la loro struttura, sapore e aroma possono rientrare in più gruppi. Una suddivisione di massima si può fare tenendo conto della caratteristica predominante di ciascuna spezia.

Il sapore: è dato dai semi veri e propri delle piante, ricavati dai loro frutti e essicati. Anice, cumino, sesamo e papavero vengono impiegati sotto forma di seme e talvolta fungono anche da elemento decorativo.

anice



cumino

sesamo


semi di papavero
Il profumo: particolare e intenso contraddistingue noce moscata, macis, cannella, cardamomo, chiodo di garofano, ginepro e vaniglia. Utilizzati indifferentemente per preparazioni salate e dolci.

noce moscata


macis

cannella

cardamomo

chiodi di garofano

ginepro

vaniglia
Il colore: cioè il potere colorante di ognuno, riunisce in un unico gruppo zafferano, curcuma, cartamo (tutti fonte di un bellissimo giallo) e la paprica.

zafferano

curcuma

cartamo

paprica
Il piccante: è presente in molte spezie. Oltre a peperoncino, zenzero e rafano vanno ricordati pepe di Caienna e paprica, della famiglia del peperoncino, il pepe e la senape.

peperoncino

zenzero

rafano

pepe di Caienna

pepe

senape

La freschezza: rafano, zenzero e peperoncino si consumano freschi o essicati. Di sapore piccante o pungente, si usano con parsimonia.

Le spezie più conosciute

Per spezie si intendono le diverse parti di una pianta come radici, fiori, frutti o bacche e corteccia, caratterizzate da elementi aromatici dovuti alla presenza di oli eterici. Sono quasi sempre essiccate e vengono utilizzate sia nella loro forma originale sia macinate e ridotte in polvere.

Seme: anice, cumino, carvi, sesamo, papavero, senape, cardamomo, coriandolo, noce moscata, pimento.

carvi

coriandolo

pimento
Fiore o parte di esso: chiodo di garofano, zafferano.

Frutto o bacca: pepe, peperoncino, ginepro, vaniglia.

Corteccia: cannella.

Radice: rafano, zenzero, curcuma.






Como era um banquete italiano - Fabiano Onça


No auge do império, aconteciam grandes festas, com vários convidados, um vasto cardápio requintado e muito luxo. E o apetite dos comensais não se restringia à mesa: embalados pelo clima e pelo vinho, muitos jantares desbancavam para orgias. Alguns políticos até tentaram moderar a farra. Um deles, Antius Resto, baixou a Antia Lex, no século 1, para tentar limitar os gastos e a lista de convidados desses eventos (magistrados do governo, por exemplo, só poderiam ir à casa de certos cidadãos). Mas ninguém obedeceu - e, segundo o filósofo Macrobius, só o próprio Antius nunca mais foi visto jantando fora.

Agenda cheia

Um bom índice do prestígio de um aristocrata era sua vida social: quanto mais convites para banquetes, melhor. Especialmente se eles eram oferecidos por alguém da "high society", como o general Lucius Lucullus (110 - 56 a.C.). Organizar seus próprios jantares também contava pontos.

Ver e ser visto

Desde aquela época, a roupa já indicava status. Só homens livres podiam usar toga, por exemplo. As mulheres desfilavam suas estolas, vestidos de linho recobertos com a palla (um tipo de manto). As mais peruas completavam o look com penteados e muitas joias.

Esqueça a dieta

O menu chegava a ter sete pratos. De entrada, peixes, mariscos, ovos e iguarias exóticas, como línguas de passarinho. O prato principal era carne e as sobremesas eram frutas ou tortas com mel ou geleia.

Para comer e "jiboiar"

Sabe aqueles "divãs" que aparecem nos filmes históricos? Estão corretos. Em Roma, só pobres e escravos comiam sentados. Chique era se reclinar nos tricliniuns, onde dava para se refastelar com conforto. Outro sinal de luxo era usar porcelanas chinesas.

Trilha para a sacanagem

A música ambiente era tocada em liras, tambores egípcios ou castanholas espanholas. Quando entrava em cena uma bailarina de cordax, uma espécie de dança grega com forte sugestão erótica, era sinal de que a orgia já estava para começar.

Pau para toda obra

Escravos faziam de tudo: guiavam os recém-chegados com tochas, trocavam os potes de água no qual os convidados limpavam as mãos, espantavam moscas e até iam para a cama, como objeto sexual. Quem tinha mais escravos era considerado mais poderoso.


Fonte: Tiago José Berg, geógrafo, autor de Hino de Todos os Países do Mundo e membro da North American Vexillological Association, CRW Flags Inc. e consulados dos países.


(texto publicado na revista Mundo Estranho)